rassegna stampa 08

IL MANIFESTO 7/12/08
Giusi Marcante
seconda BOLOGNA
Motor Sciò,
arriva l’Human Show.

Nella Bologna che ha iniziato gli
acquisti natalizi dove da 33 anni
sotto l’Immacolata si celebra il
Salone del Motore uno sciame di
duecento bici ha pedalato per la
città accompagnando un inaspettato
pomeriggio di sole verso il
tramonto.
«Un altro motor è possibile» è stato lo slogan della
critical mass che è
andata in scena ieri pomeriggio per le strade
della città e che
pedalando è arrivata fino alla fiera dove si
tiene il Motor Show.
Fischietti e slogan rivolti alle persone che
uscivano dal salone per
portare il messaggio che esiste una città
«dal motore umano e
dall’energia metabolica». È l’intelligenza
critica al servizio di
un’altra mobilità visto che, secondo i
ciclisti bolognesi, «le strade
della città vengono pensate solo
in funzione dei motori e percorse da un
traffico sempre più
aggressivo».
La Bologna ciclistica è percorsa da tante anime.
Una delle esperienze
più recenti e innovative che ruota attorno
alla bici è quella delle
Ciclo-officine.
Una di queste è
Ampio Raggio che ha la sua sede nel centro sociale Xm24
e si
propone come «spazio aperto a tutti destinato alla manutenzione
e
creazione di quel fantastico e rivoluzionario mezzo che è la
bicicletta»
(http://ampioraggio.contaminati.net).
È un’officina che ha poco più di
un anno di vita, dove gli
strumenti e le conoscenze si condividono. Non
è un luogo dove si
riparano le bici ma dove si impara a farlo. Nella
città dove le
polveri sottili ogni anno triplicano il numero degli
sforamenti
consentiti dalla comunità europea le esperienze di questo
tipo
stanno guadagnando interesse e si affiancano ad altre realtà
storiche
come la "Consulta della bicicletta". Da consultare, per
gli
interessati al tema, un sito che appare fondamentale per
avere
informazioni emettersi in rete: www.ilikebike.org
Sono questi vari nodi che hanno dato
vita ieri allo Human Show alla sua seconda edizione. E nell’anno
della crisi economica anche il ben più noto Motor Show
sembra
annaspare: nei primi due giorni di apertura il pubblico, in
cerca di
donne emotori, disponibile a pagare il biglietto
d’ingresso a
ventiquattro euro sembra essere un po’ meno anche se
la manifestazione
durerà un’altra settimana. Ma di bicicletta
ieri si è occupata anche
Bologna Città Libera, la lista
per
le prossime elezioni amministrative portata avanti da Franco
Berardi
Bifo e Valerio Monteventi, che ha organizzato un seminario
di
cicloamatori. Un ragionamento sui motivi che portano a
preferire la bici
come mezzo di spostamento in città con tocchi
di poesia nei racconti
delle singole esperienze di chi percorre le
strade dei colli bolognesi.
Testimonianze di come la due ruote sia
un mezzo normale e spontaneo, per
alcuni dei relatori l’unico
possibile. La realtà cittadina è però quella
di piste ciclabili
insufficienti (i cicloamatori sono rimasti delusi
dalla giunta
Cofferati cui avevano guardato, inmerito, con comprensibile
speranza)
e troppo spesso non realmente a disposizione dei ciclisti.


 

http://www.ilikebike.org/


Benedetta Aledda

Per raccontare la
Human Motor
di ieri era necessario pedalare. Era necessario esserci dentro. E’
quello che ha fatto
Benedetta Aledda che,
interpretando in modo inedito la sua professione di giornalista, ha
di fatto inaugurato la via del reportage a emissioni zero. Anche per
questo la ringraziamo.

Almeno duecento
persone hanno partecipato alla Human
Motor
che nel pomeriggio di sabato 6 dicembre ha percorso le
strade di Bologna a “emissioni zero” – “tranne il sudore”,
precisava qualche cartello. Quando i ciclisti pedalano insieme, in
bicicletta, tandem o monociclo, e in compagnia di qualche skater,
sulle strade urbane le proporzioni e i ruoli abituali si rovesciano.
Le piste ciclabili, dove ci sono, non bastano e le biciclette
prendono l’intera carreggiata, mettendo in pratica uno dei motti più
diffusi delle critical mass: “Siamo noi il traffico”.
Il
cambiamento di prospettiva fa imbestialire un umano alla guida di un
motore a scoppio: ce l’ha con i ciclisti, perché rallentano la sua
marcia; 


qualcuno prova a fargli
notare che non è peggio di trovarsi imbottigliati fra veicoli a
benzina, visto che le bici non rilasciano ossidi né particolato. Uno
scooterista, lo sguardo anfetaminico sotto al casco, accelera
impaziente: “Devo andare con urgenza in farmacia, come la
mettiamo?”. Un ciclista con berretto di lana resiste con sorriso
paziente alle sue accelerate: “Bene, allora spegni il motore e fai
questi cinque metri che ti separano dalla farmacia!”, gli
suggerisce, ottenendo all’istante l’effetto voluto.
Nella strada
diventata pista ciclabile gli automobilisti si sentono spaesati.
Qualcuno reagisce in modo inconsulto, come una signora che, al
volante della sua utilitaria, poco prima del passaggio a livello
sotto il ponte di via Libia, invade la corsia opposta, approfittando
di un momento in cui è vuota; ma poco dopo, per non schiantarsi
contro le auto che sopraggiungono, deve rientrare nei ranghi, cosa
che non manca di fare bruscamente, rischiando di mettere sotto
qualche ruota a propulsione umana. Poco prima, invece, un
automobilista è riuscito a piegare con la sua ruota anteriore quella
posteriore di una bicicletta, mentre la coda della critical mass da
via Pelagi svoltava in via Massarenti. L’incidente ha bloccato il
traffico per qualche minuto, ma nessuno ha deciso di aspettare a
motore spento di riprendere la marcia.
L’episodio è avvenuto fra
due tappe speciali della Human Motor: la collocazione di due ghost
bike
. Per qualche minuto tutto si congela: si bloccano i pedali,
gli slogan, i campanelli, i fischietti e le canzoni. Dal carretto
costruito nella ciclo-officina
Ampio raggio
, che si trova dentro al centro sociale XM24, sono
state scaricate due biciclette verniciate di bianco e corredate di
cartello-lapide.
Una è stata assicurata con lucchetto in via
Mezzofanti, all’incrocio dove, il 9 maggio 2008, è morta una
ciclista di 66 anni, travolta da un camion che svoltava a destra in
via Masi. L’altro fantasma di bicicletta è stato fissato a poche
centinaia di metri di distanza, sul ponte di via Libia, dove, il 27
maggio 2008, un ciclista di 72 anni è stato ucciso dall’auto che gli
stava dietro in salita.

La pedalata riprende. Ogni tanto, ai
bordi della strada, qualcuno chiede: “Per che cos’è questa
protesta?”. “Non è una protesta, è una passeggiata con mezzi
che non inquinano”, spiega una ciclista. Un altro pedalatore,
davanti allo sguardo rapito di chi ammira le prodezze di un
giocoliere sul monociclo, chiarisce: “Non siamo un circo!”.
È
vero, non è un circo, ma vedere la strada piena di biciclette
anziché di auto e motorini fa l’effetto del carnevale. “Solo-ca,
solo-ca, solo calorie, noi bruciamo solo calorie”, cantano donne e
uomini arrivati davanti alla Fiera cittadina, dov’è in corso quel
Motor Show a cui i ciclisti rispondono con il loro Human
Motor
, un motore che non ha bisogno di derivati dal petrolio e
non sporca le città e i polmoni. Il cioccolato, invece, è un ottimo
propellente e lo intuiscono al volo i promoter che stanno
distribuendo cioccolatini di un una marca nota ai visitatori –
soprattutto giovani maschi vestiti di scuro, che alle 18 escono dal
XXXIII Salone internazionale dell’auto e della moto.
Dall’altra
parte della strada, un gruppo di ventenni, impomatati e stretti nei
nodi delle loro sciarpe, grida un insulto volgare ai ciclisti; una
ragazza dà due pedalate e si avvicina loro: “Non vi stiamo
simpatici?”. “Non dicevamo a voi”, si schermiscono prontamente,
e uno, ostentando improvviso interesse aggiunge: “Cosa fate?”.
“Pedaliamo”, fa la ciclista didascalica, “Non hai mai usato una
bicicletta?”.

Di nuovo sulle bici, verso il centro da cui
sono partiti qualche ora prima. Prudenza, perché gli autisti, pur di
arrivare primi a un semaforo rosso, arroterebbero chiunque! “Bì-bì!”,
fanno le macchine impazienti. “Se ti piacciono le bici, suona il
clacson!”, risponde un cartello. Scacco matto. Si passa davanti
alla stazione. “Bici gratis sul treno!”, invoca qualcuno. Poi via
Amendola e qualche giro di rotonda in piazza dei Martiri, sogno
proibito nelle pedalate quotidiane in solitaria; infine via Marconi,
via Riva Reno, via Indipendenza, cantando, sulle note dell’Uva
fogarina, “Ah com’è bella l’aria di Bologna, ah com’è bello
poterla respirar!”, sotto gli sguardi rapiti dei bambini affacciati
dai portici.


 


 http://www.3monkeysonline.com/

Critical Mass counter the Bologna Motor Show

by 3Monkeys


Every December one of the most important car shows in Italy – and
perhaps Europe – takes place in Bologna. For two weeks the city’s
transport system is put under ever-more pressure as car-crazy
enthusiasts flock to the city to see the latest glitzy models (in the
traditional and automobile sense) on display.


Walking back from the train station on Saturday I was delighted to
encounter a horde of jolly
critical mass cyclists
reclaiming the road. They small but
significant group riding slowly, singing and joking, and generally
giving off good vibes to all – except the motorists clogged up behind
them.


Discussing this with some friends afterwards the usual arguments
came out, that it’s all very well but what if you were in your car
rushing somewhere etc. The simple response to this is that motorists
who opt to use their cars for short distances, for reasons of comfort
or laziness, are surely more of a problem – and the huge amount of
cars on the road in the city results in pollution that affects us
all. Get off your high-horse and onto your bike or bus is this
monkey’s rant this week.


On another positive note, the emphasis at this year’s motor show
is on less damaging vehicles – let’s not swallow the publicity guff
that they’re ‘eco-friendly’. 


And finally, I was happy to see TMO publishing an interview with
Chris
Carlsson
, activist and one of the founders of the Critical Mass
movement. You can read it here

 

http://www.zic.it/

Ciclisti/attivi in bici/pride

In alcune centinaia alla biciclettata di Human
motor

Motor show e "morti bianche" di ciclisti, fumi di
scarico dei motori e piste cicliabili inesitenti, ecco gli obiettivi
della "massa critica" su due ruote che ha sfilato per le
strade di Bologna.

6 dicembre 2008

Alla partenza erano un centinaio, ma appena la bicilettata ha
imboccato Strada Maggiore, la "massa critica" dei ciclisti
ha raggiunto le 250 unità. A promuovere il raduno sotto la statua
del Nettuno è stato "Human motor", un’aggregazione
spontanea fa dello slogan "Ne abbiamo pieni i polmoni…"
una delle sue parole d’ordine.

In piazza, oltre a tante bici "normali", anche il
prototipo di "bici da lavoro" (con portata di 80 kg) del
cybermeccanico Giovanni Pellegrino, venuto per l’occasione da
Zollino, un paesino del Salento (percorso completamente in
bicicletta). Molto curiosi anche alcuni esemplari sfornati
dall’Officina Ciclopica dell’XM 24.

La "critical mass", iniziata per le strade del centro di
Bologna, ha poi imboccato i viali di circonvalazione, per infilarsi
poi in via Toscana, passando per via Mezzofanti, via Massarenti, con
l’obiettivo di sfilare fino nelle vicinanze del Motor Show, che da
ieri ha aperto i battenti Fiera.

Per molti tratti la bici/pride ha fatto il verso allo slogan dei
laureati: "motore… motore… motore dal buco del cul… vaffan
cul". Sul volantino distribuito ai passanti si leggeva: "Come
ogni dicembre Bologna è invasa dal Motor Show, una fiera che
promuove il culto suicida dell’automobile".
Nel corso del
tragitto della biciclettata alcuni ragazzi di Human Motor lasciato
delle "ghost bike" (delle biciclette completamente dipinte
di bianco), a segnare i luoghi dove, nel corso dell’uluimo anno, si
sono verificati "omicidi bianchi" di ciclisti.
In uno
dei cartelli esposti c’era infatti scritto: "Una ciclista di 66
anni e’ morta qui il 9 maggio 2008".

 

 

 

 

 

 

 

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