[mujeres libres] Andiamo allo Human Motor!!

Le Mujeres libres parteciperanno a Human Motor 2017!! Comunicato di adesione:

Ogni anno a Bologna va in scena il fastidiosissimo spettacolo del Motor Show: auto e moto costosissime in esposizione, accompagnate da giovani e bellissime donne che le “sponsorizzano”. Sembra di essere in un mondo parallelo, abitato solo da maschi etero cazzutissimi che possono spendere i milioni sfrecciando in meravigliose autostrade esenti dagli effetti dello smog. Continue reading

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[da zic.it] Il Motor Show va alla guerra

Ripubblichiamo un articolo uscito oggi su Zic

Alla kermesse inaugurata sabato grandi e piccini possono ammirare anche mezzi d’assalto e corazzati delle forze armate. Ma sì, perché brontolare ancora di antimilitarismo, si meriteranno un po’ di visibilità, no?! Uh, ops… Continue reading

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[verso Human Motor] Biciclettata (della madonna!) contro F.I.CO.

venerdì 8 dicembre ore 12.30 @simxm24

da: https://reteeattherich.noblogs.org/

Dallo scorso 15 novembre la city of food, la Bologna del turismo famelico, dei mercati riqualificati a misura di aperitivo chic, degli appassionati di esperienze preconfezionate da consumare espresse, degli assessori all’immaginazione, può finalmente fregiarsi di un nuovo primato. Dopo due anni di rinvii e ben dopo la chiusura di quell’EXPO milanese a cui doveva fare da coronamento finale, ha aperto FICO Eataly World, il parco tematico agroalimentare più grande d’Europa. Continue reading

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Human motor é tornato!

3 giorni di bici, critical mass e follia

Comunicato Human Motor 2017

A volte ritornano…

Parliamo del Motor Show, l’annuale kermesse del motore che dal 2 al 10 dicembre inquinerà Bologna con le sue idee di (auto)distruzione.
E a cosa assisteremo per l’ennesima volta? A capannoni pieni di automobili, a gare, esposizioni e rinfreschi, pubblicizzati e accompagnati inevitabilmente da ragazze che vendono all’automobilista il mezzo all’avanguardia. Ancora la macchina è associata alla tradizione sessista “donne e motori”.

Quel Motor Show pareva sconfitto qualche anno fa: l’auto (o l’economia) si era fermata, sembrava non partisse più. Invece dopo una breve revisione sgasa ancora. Ma adesso, dicono, è più ecologica: è diventata “verde”… Ed ecco che se da un lato la giunta Merola con il ministro Galletti si riempie la bocca di discorsi ecofriendly, cercando di immaginare una Bologna più verde che ospita il G7 ambiente, sviluppa servizi di bike sharing (fallendo), spiana tangenziali per le biciclette, dall’altro muove “guerra” ai ciclisti nel nome del “risveglio civico”, demonizzando la pericolosità del ciclista selvaggio, indisciplinato violatore del codice della strada.
Una macchina amministrativa che continua, imperterrita, a pianificare spazi metropolitani per nulla sostenibili, incentrati ancora sull’automobile come principale motore degli spostamenti quotidiani.

E così dopo qualche anno di pausa, sentiamo ancora il desiderio di pedalare assieme. Il rito collettivo sarà rianimare il golem Human Motor, entità mitologica per un terzo essere umano, un terzo anticapitalismo ed un terzo bicicletta!!
L’unico motore che ci piace si muove nella Critical Mass, nel ritrovo spontaneo tra ciclist* che da sedici anni urla “BASTA AUTO! FATE LARGO!!”. Continue reading

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Human motor is coming back…

Basta auto! Basta Motor Show!

Human motor è stato fermo per qualche anno ma le biciclette di certo no! Sentiamo ancora forte il desiderio di pedalare contro l'(auto)distruzione, per un mondo a due ruote, ecologico e sostenibile.

A brevissimo aggiornamenti, stay tuned!

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Comunicato Human Motor 2012

LIBERIAMOCI DAL MOTOR SHOW!

Torna il Motor Show, ritorna Human Motor. Sabato 8 Dicembre una Critical Mass attraverserà la città di Bologna per liberare la città dall’immaginario dell’(auto)distruzione; per contestare con forza una fiera che ripropone la donna come cosa; per riaffermare che un’altra mobilità, libera, pulita e sostenibile non è solo possibile, è più che mai necessaria!

Bologna anche quest’anno ospiterà lo spettacolo dei motori.

Ma di quale spettacolo parliamo?
La giunta comunale di Bologna, che in campagna elettorale promise di implementare la mobilita’ sostenibile, oggi promuove grandi opere speculative in odore di malaffare, come il People Mover.
Ed anche eventi spot come i recenti T-Days, passerelle eco – friendly che nulla hanno a che fare con una vera progettualita’ organica della mobilita’ sostenibile a Bologna, ricadono nella stessa ipocrisia.

La grande Opera la realizzano tutti coloro che quotidianamente scelgono di pedalare la città per ritrovarla, per inventarla, per amarla. Occorre dunque rivendicare il diritto alla mobilità, internazionale e sostenibile; occorre ripensare radicalmente il modo di abitare questo pianeta, e dunque, il modo di attraversarlo e di muovercisi dentro; occorre ritrovare relazioni e spazi a tempo di pedale.
La strada migliore non è quella che si vede dall’abitacolo, ma quella che scorre sotto i pedali!

HUMAN MOTOR! ENJOY FUTURE!
Provalo Sabato 8 Dicembre in tutte le strade.
Tuo a partire con una bicicletta da Piazza dell’Unità ore 15.00

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Gran video (spot fiat modificato magistralmente)

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La Fiera delle precarietà

 Scarica la versione integrale quì 
inchiesta completa.odt

Un lavoro di inchiesta ad ampio raggio, per
denunciare pubblicamente le situazioni di sfruttamento ma anche per
analizzare i dispositivi di precarizzazione e il vissuto soggettivo
dei precari attraverso le loro stesse parole. Gli argomenti: I
parcheggi, tre anni dopo – Sfruttamento e guerra tra poveri: i
controllori dei controllori – Lavorare in camst tramite agenzia – Il
lavoro nero dei perimetrali – Hostess: il corpo si fa merce – Cinque
proposte per la dignità del lavoro in fiera – Protocollo di
sicurezza e rsl di sito – Il movimento dei precari degli anni ’80 [in
fondo i link ai diversi articoli]

 

La redazione di Zero in Condotta segue da ormai due anni la
questione della precarietà (ed in generale delle condizioni di
lavoro) nella Fiera di Bologna. Abbiamo pubblicato una prima piccola
inchiesta sulle condizioni di lavoro in alcune "aziende
satelliti" di BolognaFiere già nell’aprile 2007, con scopi
prevalentemente di disvelamento e denuncia di alcune situazioni di
sfruttamento spietato. In seguito abbiamo seguito la mobilitazione
sulla sicurezza dei dipendenti di BolognaFiere, sia nella fase di
mobilitazione, sia nell’accordo siglato dopo mesi di contrattazione
con l’azienda. Infine non abbiamo cessato di seguire con interesse la
vertenza dei parcheggiatori, ormai ex-parcheggiatori, che hanno
deciso di fare causa ai loro datori di lavoro chiedendo un
risarcimento per la situazione di assoluta irregolarità delle
condizioni di lavoro subita per anni.

Alla base di questo investimento editoriale sulla
questione del lavoro in Fiera c’è una molteplicità di elementi che
ci hanno portato a identificare la situazione della Fiera come
particolarmente significativa e interessante in un’ottica di
inchiesta sul precariato sociale bolognese.

Innanzitutto esiste un elemento quantitativo, banale
ma importante: la Fiera rappresenta un polo centrale nell’economia
della città ed è un luogo di lavoro che nelle giornate di punta
arriva ad interessare (sommando addetti alle biglietterie, maschere,
addetti informazioni, parcheggiatori, ristoratori, facchini,
security, addetti alle pulizie e innumerevoli altri servizi) anche
diverse migliaia di dipendenti, ovviamente frammentati in diverse
aziende.

In secondo luogo, nonostante la frammentazione e i
contratti di lavoro che spesso non superano i 10 giorni, per molti
giovani bolognesi la Fiera può rappresentare un punto di riferimento
lavorativo per anni. Non si tratta quindi solo di ragazzi che
lavorano in Fiera pochi giorni, disposti il più delle volte a subire
ogni tipo di trattamento o semplicemente non dotati degli strumenti
per ipotizzare una ribellione, ma anche di persone che per anni
legano parte della loro vita al lavoro in Fiera, a volte anche
passando da un datore di lavoro all’altro, ed hanno quindi la
possibilità di acquisire informazioni riflettere sulla natura del
lavoro in Fiera.

Un altro elemento estremamente interessante è la
coesistenza di elementi di frammentazione, ricattabilità e
addirittura personalizzazione del rapporto di lavoro tipici del mondo
del lavoro ultra-precario di oggi con elementi più classici legati
ad un’organizzazione tradizionale dei luoghi di lavoro grandi o
medio-grandi, come spogliatoi e marcatempo collettivi, bacheche
sindacali e altri meccanismi che in qualche modo tendono a favorire
la socializzazione tra i lavoratori e la formazione di coscienza
collettiva.

Infine non va dimenticata la specificità dei
dipendenti BolognaFiere. Si tratta di una categoria storicamente
combattiva, autrice di significative esperienze di autorganizzazione
e di conflitto negli anni ’80, e che mantiene tutt’ora una serie di
garanzie contrattuali e un meccanismo di rappresentanza sindacale
molto particolare, che prevede tra l’altro la possibilità per i
lavoratori di eleggere i propri delegati diretti a prescindere dai
sindacati.

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queste premesse è nata l’idea di un lavoro di inchiesta ad ampio
raggio, che servisse non solo a denunciare pubblicamente le
situazioni di sfruttamento, ma anche ad analizzare i dispositivi di
precarizzazione e il vissuto soggettivo dei precari attraverso le
loro stesse parole. Non ci interessava solo fotografare le varie
situazioni lavorative, insomma, ma anche e soprattutto la percezione
che il lavoratore ha di queste situazioni.

La scelta del Motor Show come occasione per la
nostra inchiesta sul campo non è ovviamente causale: si tratta della
Fiera con maggiore impatto mediatico ed economico sulla città, di
maggiori dimensioni (considerando area espositiva, durata della
manifestazione e affluenza di pubblico) e quindi di quella che
coinvolge lavorativamente il maggior numero di categorie e di singole
persone. Abbiamo però cercato di focalizzare la nostra attenzione su
figure lavorative che vengono impiegate in Fiera con una certa
continuità: l’obiettivo non era un’inchiesta sulle condizioni di
lavoro al MotorShow in specifico ma, come detto, sulla Fiera di
Bologna come luogo di lavoro.

Dalle varie interviste emerge un quadro estremamente
complesso e variegato. Dal punto di vista delle condizioni materiali
e dei diritti viene confermata l’assoluta eterogeneità delle diverse
situazioni lavorative, pur in una cornice comune di precarietà e di
salari modesti. Dal punto di vista delle soggettività, da alcune
interviste è emerso un quadro di tendenziale disinformazione
rispetto alle norme sul lavoro e spesso anche di accettazione più o
meno esplicita della condizione di sfruttamento. Ovviamente però
emergono anche punti di vista critici, consapevoli e di grande
interesse.

Abbiamo deciso di unire al lavoro di inchiesta
centrato sull’attualità anche un’intervista ad un ex-lavoratore
della Fiera protagonista della prima stagione di mobilitazione dei
precari, nell’ipotesi che la situazione attuale presenti aspetti di
novità assoluta ma anche aspetti di continuità con il passato e che
anche da uno sguardo ai movimenti degli scorsi decenni potessero
uscire spunti utili per il presente.

In questa versione on line si possono trovare le
versioni integrali delle interviste.

I files audio delle relative interviste si possono
ascoltare nell’archivio di ZIC alla pagina internet

http://www.zic.it/zic/articles/art_4206.html

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Arruolati, c’è il Motor Show

testo tratto da www.zic.it/arruolati-ce-il-motor-show/

Arruolati, c’è il Motor Show

Tra “istruttori d’ardimento” e blindati tirati a lucido, l’Esercito
cerca nuove leve tra auto e ragazze in vetrina: si potrà fare richiesta
di arruolamento direttamente tra gli stand.
03 dicembre 2009 – 20:34

Non ci saranno soltanto auto pericolose ed inquinanti o ragazze in
vetrina. Il Motor Show sarà anche l’occasione per un vero e proprio
saggio di propaganda bellica. Mentre in Iraq o Afghanistan si continua
a morire, infatti, tra gli stand delle case automobilistiche della
fiera bolognese si metterà in bella mostra anche l’Esercito. Anzi, ad
inaugurare l’evento sarà proprio la banda della brigata paracadutisti
Folgore.

Ci sarà la puntuale esposizione di attrezzature e mezzi (tra i
quali spiccherà il famigerato autoblindo Lince) e se questo non
bastasse, quest’anno si annunciano anche “stimolanti novità” come le
“attività dinamiche riservate al pubblico”: arrampicate, ponte tibetano
e pure il percorso fitness allestito dagli “istruttori d’ardimento”
dell’Esercito.

“Con l’assistenza fornita da personale forgiatosi in varie missioni
internazionali”, si annuncia con toni da Istituto Luce, “chi lo
desidera potrà verificare la propria attitudine alla vita militare
mettendo alla prova la propria agilità e capacita’ di concentrazione”.

E una volta provata l’ebrezza della guerra, magari stordito
dal lusso e dalle hostess, chi vorrà potrà addirittura fare domanda di
arruolamento all’infopoint sulle attività dell’Esercito e le
possibilità di carriere militari.

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L’EMANCIPAZIONE NON SARA’ MOTORIZZATA!

Figliefemmine aderisce e partecipa allo

HUMAN MOTOR

LIBERIAMOCI DAL MOTOR SHOW:


Il Motor Show sarà a Bologna dal 4 al 8 dicembre. Per il terzo
anno, sabato 5 dicembre 2009
ORE 15 P.za COSTITUZIONE ci sarà anche lo Human-motor. Una critical
mass attraverserà le
strade di Bologna per liberare la città dall’immaginario
dell'(AUTO)distruzione e per affermare che un altro Motor è possibile.
Una mobilità urbana alternativa non basata sui mezzi motorizzati
privati.

Noi cyberfeministqueer e le compagne della ciclofficina Ampioraggio (che sta all’Xm24)
abbiamo ragionato sul sessismo intrinseco all’immaginario motorizzato,
partendo dall’inguardabile pubblicità del motor show…questa:

Ovviamente la questione della strumentalizzazione
del corpo delle donne nell’ambito della  promozione del consumismo
inquinante in stile "truzzo da SUV", è facilmente comprensibile a
partire dalle innumerevoli pubblicità e retoriche che legano "donne a
motori". Una serie infinita di rappresentazioni fittizie e
discriminatorie che si inserisce in un contesto
televisivo/pubblicitario/politico/culturale in cui ad essere
rappresentate come "oggetti funzionali alla seduzione" sono le donne.
Sempre e necessariamente eterosessuali, prorompenti, oche e vogliose. A
parte in quella serie di spot dedicati alla rappresentazione di donne
eterosessuali madri di famiglia e dedite (gioiosamente) al lavoro
domestico o alla cura di maschi simpaticoni e bambinoni  (eterosessuali). 

                                                                                         

Abbiamo già ragionato su <a href="http://www.youtube.com/watch?v=pZqZeNP4Ano">pubblicità sessiste</a>,
la situazione è disastrosa. Da un lato rappresentazioni normalizzanti
di ruoli di genere insostenibili, dall’altro la non-rappresentazione
sistematica di identità e corpi non conformi. 

Ci siamo fermate perciò allo spot del motorshow
poiché rimandiamo al buon senso (per il momento, forse pecchiamo di
ottimismo)l’analisi della funzione delle donne in esposizione a fianco
alle macchine. Basta cercare "motorshow" su gugol immagini e…voilà:

                                                           

 

Orbene… Ecco che gridiamo allo Human Motor come Critical Girls: 

L’EMANCIPAZIONE NON SARA’ MOTORIZZATA


Il Motor Show strumentalizza il corpo delle donne.


Usa il corpo femminile come accessorio da accostare all’arbre magique.

Si rivolge agli uomini come a bambini ai quali tutto è permesso nel paese dei balocchi.


Rappresenta nella sua campagna grafica due giocattoli: una macchina
sportiva e una barbie ritoccata e maggiorata, ahinoi, col “colpo della
strega”. Prototipo giocattolo delle regole di genere nel capitalismo
post-moderno italiano: una lei/merce eterosessuale, disponibile, dedita
alla seduzione, che invoglia un lui, macho, dedito alla produzione.


NE ABBIAMO PIENI I POLMONI


Le donne non sono oggetti, non sono in vendita
(tantomeno a rate!)

 

Campagna grafica Critical Girls
 
figliefemmine.noblogs.org

 

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